la Odontoiatria Neurofocale

In tutto il mondo, in Italia per ultimi, il percorso formativo di medici e odontoiatri segue strade diversificate, ancorché molto vicine tra loro.

Ciò ha favorito nel tempo un fenomeno, assolutamente non desiderato e quindi negativo, che consiste nella scarsa conoscenza da parte dei medici del cavo orale da un lato, e la eccessiva focalizzazione sul solo cavo orale da parte degli odontoiatri dall’altro.

In termini pratici, siamo nella situazione de facto che ciò che avviene in bocca viene considerato avulso da ciò che accade nel resto dell’organismo.

Paradossalmente questa situazione viene universalmente accettata senza che ci si renda conto delle notevoli e negative implicazioni cliniche, diagnostiche e terapeutiche, che il fatto comporta.

Merito dei padri della medicina neurale, Ferdinand Huneke e Ernesto Adler, è l’aver riunito questi aspetti della medicina nella valutazione clinica del paziente.

Il termine, Odontoiatria neurofocale, nasce ufficialmente nel 1958, durante un congresso a Karlsruhe (Germania) per opera del dentista boemo naturalizzato spagnolo Ernesto Adler.
Il suo intento era quello di coniugare il concetto di malattia focale con quello di terapia neurale, cioè disturbo del sistema nervoso autonomo (SNA). Nella logica della ricerca del cosiddetto campo interferente.

Secondo l’odontoiatria neurofocale, il cavo orale viene tenuto in grande considerazione come sede di potenziali focalità perturbanti del SNA che possono riverberarsi in qualunque area del corpo umano. E viceversa, può accadere che patologie extraorali influenzino negativamente la salute orale.

Ne consegue che la cavità orale non viene considerata un organo isolato, bensì fortemente correlato con l’insieme dell’organismo.

Queste considerazioni comportano da un lato la necessità di collaborazione tra medici e odontoiatri, dall’ altro un vero e proprio cambio di paradigma in campo diagnostico e terapeutico per entrambe le figure professionali.

Se da un lato al medico viene richiesto un approfondimento delle sue conoscenze di anatomia, fisiologia e patologia della bocca, all’ odontoiatra serve aumentare il suo bagaglio di cultura medica generale.
Questo farà sì che il loro dialogo sarà proficuo per il paziente.

Nel corso della Scuola Biennale di Neuralia, l’Odontoiatria Neurofocale viene tenuta in alta considerazione, non solo nel modulo ad essa specificamente dedicato, ma lungo tutto il percorso didattico dei due anni.