il parere di un fisiatra, dott. Gianni Saracini

La Terapia Neurale si è inserita nella mia attività professionale di Medico e di Specialista Fisiatra da oltre 15 anni, ed ha prodotto nella mia attività sanitaria dei profondi cambiamenti. 

Innanzitutto è stata l’occasione per rivedere e ristudiare argomenti già affrontati nel corso della mia attività universitaria: l’anamnesi più approfondita, l’anatomia, la semeiotica medica, la fisiologia ed in particolare la neurofisiologia riguardante le caratteristiche di una delle materie che più, forse, abbiamo sottovalutato nel corso di studi accademici: il Sistema Neurovegetativo. 

È stata poi l’occasione di apprendere che un anestetico locale come la Procaina, farmaco di elezione nella Terapia Neurale, svolge in realtà non solo attività ripolarizzanti sulla membrana cellulare e modulanti la funzionalità nervosa e cardiaca, ma svolge soprattutto funzioni anti-infiammatorie, rivascolarizzanti, anti-ossidanti, anti-istaminiche, anti-batteriche, e soprattutto di neuromodulazione della bilancia orto-parasimpatica, bilancia che oramai la letteratura ha indentificato come interferente nei processi infiammatori di ogni organo e tessuto (come ad esempio il riflesso anti infiammatorio vagale). 

Tant’è che è possibile dire che non vi è patologia senza squilibrio della bilancia orto-parasimpatica. Questo fa si che non si utilizzi la Procaina come anestetico locale, quanto per tutte queste proprietà. 

È stata inoltre l’occasione di fare un profondo cambiamento di paradigma nell’approccio terapeutico, essendo la Terapia Neurale una disciplina che si muove secondo una modalità causale. Ovverossia si esegue una terapia non solo sintomatica (ad esempio dolore di spalla), ma si cerca di arrivare ad una possibile causa scatenante, spesse volte anche lontana dalla sede di estrinsecazione dei sintomi. 

Da questo punto di vista è stato determinante scoprire l’importanza della storia della vita del paziente, ricercando situazioni patologiche che possono aver interferito nel tempo sulle condizioni biologiche del paziente. 

Per la mia attività di medico e di specialità, è stata infatti una grande sorpresa lo studio dei cosiddetti Campi di Disturbo, ovverosia sedi di patologie che diventano campi interferenti, attraverso il loro costante stato di depolarizzazione delle membrane cellulari di quel tessuto, in grado di determinare altre condizioni patologiche e sintomi anche a distanza, attraverso la diffusa rete neurovegetativa. 

Altra possibilità di approccio medico sulle diverse patologie, è l’attuazione della terapia segmentale, ovverosia trattare i metameri del midollo spinale che corrispondono alle fibre nervose che vanno a innervare i diversi organi periferici. 

Sulla scorta del concetto di rete neurale del sistema neurovegetativo, è stato davvero sorprendente per me riuscire a modulare diverse condizioni patologiche attraverso infiltrazioni di Procaina in aree perigangliari (essendo le regioni gangliari un crocevia di più rami nervosi e quindi più informazioni nervose provenienti da diverse formazioni nervose).

Questo con l’intento non tanto di eseguire dei blocchi gangliari, che sono di specifica pertinenza di specialisti anestesisti e che necessitano di assistenza guidata (es. Eco, Tc), quanto di promuovere una neuromodulazione della bilancia orto-parasimpatica nelle regioni perigangliari. L’intento è inoltre quello di ottenere una modulazione dei vasi e delle fibre nervose che sono pertinenti all’area gangliare stessa: per esempio, per le aree del ganglio sfenopalatino, l’arteria mascellare e il suo sistema simpatico periarterioso, ma anche il nervo mascellare, II branca del nervo trigemino). Il tutto con tecniche di sicurezza per il paziente.

Sul piano fisiatrico, la Terapia Neurale mi è di grande utilità in diverse situazioni:

  1. Nella gestione delle cicatrici di diversa natura (es. post-chirurgiche, post traumi lacero-contusivi, da taglio ecc.), con la possibilità di ottimizzare non solo localmente i tessuti cutanei, ma di rilasciare anche le fasce limitrofe e limitare stati di tensione muscolare interferenti. 
  2. Nella gestione del dolore locale, adottando non solo tecniche specifiche in sede, ma trattando anche sedi nervose associate (esempio i segmenti nervosi che innervano la zona dolorosa), eventuali campi di disturbo interferenti (ad es. estrazioni dentarie, infiammazioni/infezioni delle tonsille, un pregresso processo infettivo in sede polmonare, o vescicale urinario ad es.) o aree perigangliari (ad esempio la regione perigangliare del ganglio cervicale inferiore e primo toracico per i dolori della spalla). In questo senso, la Terapia Neurale si differenzia da altre tecniche infiltrative quali la mesoterapia o terapie del dolore (peridurali, epidurali ecc.)
  3. Nelle problematiche posturali, poiché il trattamento di aree interferenti a tal riguardo, come disordini tensivi dei muscoli del cavo orale, disordini dell’ATM, il trattamento delle cicatrici e di tensioni miofasciali, possono favorire tutti i programmi rieducativi posturali eseguibili in fisioterapia
  4. Nelle cosiddette sindromi miofasciali e trattamento dei Punti Trigger, in cui la tecnica non si rivolge solo in sede, ma cercando altre connessioni come quelle su descritte e su aree miofasciali apparentemente anche lontane dalla sede di dolore. 
  5. Nell’incontinenza urinaria, specie nelle dissinergie vescicali, o in disordini ginecologici (es dismenorrea, dispareunia) adottando tecniche di neuromodulazione delle aree dei plessi nervosi come il plesso sacrale, il plesso ipogastrico, o nelle neuropatie del nervo pudendo, oltre ad altre tecniche da adottare in base alla storia clinica del singolo paziente. Il tutto associando la rieducazione del piano perineale (e osteopatica) 

La Terapia Neurale ha esteso, quindi, la mia attività di specialista fisiatra, dato che diverse condizioni patologiche come disordini viscerali addominali o pelvici (che possono essere trattati con specifiche tecniche neurali), o emozionali (es. stati di tensione, di ansia, di depressione), possono essere chiamati in causa nell’estrinsecazione di diversi dolori in sede mioarticolare, lavorando anche per via sistemica attraverso terapie endovena di piccolissime quantità di Procaina (es. 0.5-1 cc). 

È aumentata inoltre nel tempo la collaborazione con alcune professioni sanitare quali il fisioterapista, specie specialista in rieducazione posturale e rilascio miofasciale, o anche l’osteopata, con cui ci si può confrontare spesso a causa di diverse condizioni interferenti nel corpo e tali da necessitare l’ottimizzazione della bilancia orto-parasimpatica.  

È infine possibile per il Terapeuta Neurale, la sua collaborazione con moltissime figure professionali mediche quali il medico di base e figure specialistiche (es. medico di base, ortopedico, reumatologo, neurologo, neurochirurgo, gerontologo, ginecologo, odontoiatra ecc.), ricordando che la Terapia Neurale non è una terapia alternativa ma di integrazione. 

Ciò vuol dire che, a parte alcune ovvie controindicazioni che devono essere assolutamente indagate prima di qualsiasi trattamento con anestetici locali, questa metodica può assolutamente inserirsi in moltissime discipline mediche generali e specialistiche, favorendo la gestione delle diverse patologie specifiche attraverso la neuromodulazione del sistema neurovegetativo e del sistema fasciale. 

Dott. Gianni Saracini

Medico Fisiatra
Docente della Scuola Italiana di Terapia Neurale